Le alchimie telematiche di Paulo Coelho
Le buone idee hanno le gambe lunghe, e i buoni libri girano il mondo. E' cosi' che i fans dello scrittore brasiliano Paulo Coelho sparsi per la rete hanno iniziato a scambiarsi le versioni elettroniche dei libri scritti dal loro beniamino. Anziche' chiamare gli avvocati o i cyberpoliziotti per difendere il suo diritto d'autore, Coelho ha pensato bene di difendere i diritti dei lettori a conoscere le sue opere pubblicando su paulocoelho.com le versioni integrali di molti suoi scritti, compreso il famosissimo "Alchimista", e raccogliendo sul suo sito materiali in portoghese, spagnolo, inglese, francese, tedesco, italiano, russo e olandese. L'iniziativa di Coelho ripropone il problema della misura del valore nell'era delle reti: uno scrittore e' valido quando guadagna tanto e ha una schiera di avvocati pronti a inseguire chi legge gratis oppure quando e' talmente sicuro del suo valore da potersi permettere di pubblicare liberamente i suoi materiali? Nel frattempo in Europa si continua a discutere di diritto d'autore, il cui unico scopo e' incentivare gli autori a produrre di piu', e qualcuno ha pensato bene di allungare retroattivamente la durata dei diritti come se una ipotetica macchina del tempo potesse tornare indietro per motivare maggiormente gli autori con la garanzia di avere a disposizione qualche decennio in piu' per lo sfruttamento economico esclusivo delle loro opere. Su questi temi c'e' ancora tanto da riflettere, ma nel frattempo gli scrittori e i lettori si stanno organizzando prima dei governi, e spuntano come funghi circoli letterari virtuali dove i seguaci di questo o quel saggista iniziano a scambiarsi libri elettronici, consigli di lettura e recensioni delle ultime opere dei loro autori preferiti. L'unico rischio e' quello del flop: immaginate uno dei nostri scrittori-vip che mette online il suo ultimo libro, e scopre che sono ben pochi quelli che lo vogliono scaricare dalla rete senza il doping fatto da martellanti campagne pubblicitarie, ospitate televisive e chiacchiericcio mediatico. Una terapia shock del genere aiuterebbe molto ad aumentare la biodiversita' della letteratura, e la cultura del libro di massa lascerebbe il posto ai percorsi individuali di lettura.
Commenti
Inserisci il tuo commento