Il biscione contro youtube
Prima o poi c'era da aspettarselo: il biscione di Cologno Monzese ha lanciato il suo morso avvelenato contro il regno del video libero. Secondo gli avvocati di Mediaset, che hanno sporto denuncia contro Google e Youtube, il servizio di condivisione video piu' famoso al mondo dovrebbe pagare 500 milioni di euro per risarcire i danni derivati dalla "illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà delle società del Gruppo". E gli azzeccagarbugli biscionati si sono presi pure la briga di fare un censimento, annunciando una "rilevazione a campione" in base alla quale sarebbero stati individuati "4.643 filmati targati Mediaset, pari a oltre 325 ore di materiale video". Dopo aver sparato in aria questi numeri, la nota ufficiale si perde in una capriola logica: affermando che Internet ruba audience e fa perdere soldi: "è possibile stabilire che le trecreti televisive italiane del Gruppo abbiano perduto ben 315.672 giornate di visione da parte dei telespettatori". Per chi considera la pubblicita' televisiva come un pericoloso veleno mentale, questa e' solo una buona notizia: i telespettatori italiani preferiscono vedere su Youtube vecchi video Mediaset interessanti piuttosto che nuove scemenze farcite di pubblicita'. I navigatori sono piu' interessati alla memoria storica del Paese che a Maria de Filippi, e vanno a cercare su Youtube gli spezzoni di diretta televisiva dove Toto' Cuffaro abbaiava contro Giovanni Falcone durante il Maurizio Costanzo Show, presentandosi come la faccia pulita della Sicilia. Ma oggi Mediaset pretende che questi documenti vengano oscurati in nome del dio copyright. La soluzione e' semplice: prendete tutto l'archivio video, mettetelo in rete e raccattate soldi con i contatti pubblicitari. Altrimenti lasciate che Youtube faccia il suo lavoro di raccolta e di memoria di cio' che sparisce dal video nel tempo di uno spot. E' molto improbabile che questa azione legale porti a risultati concreti, dal momento che Google e Youtube sono molto attenti nel far accettare ai propri utenti regole che li sollevano da qualunque responsabilita' nel caso di un utilizzo improprio del sistema. A essere maligni verrebbe da pensare che questa manovra sia in realta' uno spregiudicato gioco di borsa, costruito ad arte per illudere il mercato sulla finta solidita' dell'azienda Mediaset, pronta a sciogliersi al sole non appena verra' rimosso il puntello di leggi compiacenti che la sorregge soffocando il mercato pubblicitario e continuando a lanciare nell'etere il segnale di una emittente illegale.
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