Giornalisti antimafia in buona compagnia
In Sicilia, dal 1960 ad oggi, sono morti ammazzati otto giornalisti che avevano scritto e detto cose "sbagliate": Cosimo Cristina, Mauro de Mauro, Giovanni Spampinato, Mario Francese, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Mauro Rostagno e Giuseppe Alfano. Solo tre di loro erano giornalisti professionisti, mentre Alfano, Impastato e Rostagno sono stati iscritti all'albo solo dopo la morte. Tutti loro avevano scritto e parlato di mafia, ma ad ucciderli e' stata anche la loro solitudine e l'indifferenza a cui li ha condannati la "gente perbene". A volte il silenzio e' piu' pericoloso della lupara, ma oggi c'e' chi ha deciso di parlare, e per giunta davanti alle telecamere. Per non abbandonare al rischio della solitudine il giornalista Pino Maniaci di Telejato (aggredito il 29 gennaio scorso dal figlio minorenne del boss Vito Vitale) un gruppo di associazioni siciliane ha invitato la cittadinanza a leggere al posto di Pino il notiziario dell'emittente di Partinico. "Siamo tutti Pino Maniaci - ha detto don Luigi Ciotti - perché Pino non deve sentirsi solo, e perché abbiamo bisogno di un giornalismo fatto d’impegno civile che ci aiuti a non essere distratti o indifferenti". Anche Rita Borsellino ha aderito all'iniziativa, "perché, come diceva Peppino Impastato, voglio insegnare il valore della bellezza ai giovani". I video dei "cronisti per un giorno" sono raccolti sul sito dell'associazione Rita Atria, e i turni di lettura del TG continuano a susseguirsi a ritmo frenetico. Persone impegnate in parrocchie, sindacati, associazioni, comitati, ma anche singoli cittadini e perfino giornalisti hanno trovato in questa iniziativa il coraggio della denuncia, che e' piu' facile quando non si e' da soli. I cittadini si stringono attorno all'informazione antimafia, che esce dal suo pericoloso isolamento: l'efficacia di questo patto virtuoso tra giornalisti e cittadini va ben oltre i confini di Partinico. La politica nazionale e' sorda a questi problemi, talmente impegnata nelle commemorazioni delle vittime da ignorare chi viene minacciato da vivo. Nel frattempo, sul sito dell'Ordine dei Giornalisti della Sicilia, Pino continua ad essere "invisibile" e non compare tra i nomi degli iscritti: sicuramente si tratta di una svista.
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