Quei comunisti dei provider
L'Italia e' un paese fantastico: da noi perfino le associazioni di imprese fanno comunicati rivoluzionari e antigovernativi. Ad alzare la testa e' Assoprovider, l'associazione affiliata a Confcommercio che raccoglie 200 aziende italiane di servizi internet, tutte contrarie al disegno di legge presentato da Alessio Butti (responsabile informazione di AN) sulle "norme per la corretta utilizzazione della rete internet a tutela dei minori". Butti utilizza il richiamo ai minori come un cavallo di Troia populista nel quale nascondere pesanti bavagli telematici, e nel suo disegno di legge chiede la reclusione da uno a cinque anni per chi pubblica siti orientati "alla istigazione al consumo di sostanze stupefacenti". Traduzione: se scrivo in rete che qualcuno considera inocue le droghe leggere e utile la loro legalizzazione, secondo Butti dovrei andare in galera almeno per un anno come "istigatore", mentre per un omicidio colposo rischierei molto meno. E' prevista la galera anche per chi pubblica siti finalizzati, anche "indirettamente", alla "istigazione alla violenza e alla consumazione di reati", e qui devono stare attenti non solo i pacifisti che invitano all'obiezione fiscale contro le spese militari, ma anche i siti delle forze armate che istigano alla violenza proponendo il reclutamento volontario. Il testo fa anche confusione tra pedofilia e pornografia, arrivando al paradosso di rendere illegali su internet i materiali pornografici gratuiti mentre quelli a pagamento disponibili nelle edicole continuerebbero a essere venduti anche di fronte alle parrocchie. Ad essere maligni c'e' da sospettare che dietro questo provvedimento cosi' assurdo ci sia in realta' la lobby dell'intrattenimento a luci rosse, che vorrebbe affermare le edicole come l'unico luogo autorizzato a soddisfare la domanda di autoerotismo del pubblico italiano, ovviamente a pagamento. "E' ora che gli aspiranti censori apprendano che queste norme saranno sempre del tutto inefficaci - scrivono quei sovversivi dell'Assoprovider - quando si tratta di internet sembra che le libertĂ fondamentali degli individui passino in secondo piano rispetto alla ricerca esasperata di un controllo che non si riesce ad ottenere".
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