Forum: Media e razzismo
Le parole che usiamo
Aderiamo con convinzione alla campagna per la 'messa al bando' dei termini indicati ed alle riflessioni contenute nel documento.
Solo una precisazione: la parola 'zingaro' è 'semanticamente' diversa dalle altre indicate, che o sono frutto di un'intrepretazione errata della realtà (nomadi) oppure di pericolosa semplificazione, o chiaramente dispregiativi in funzione quasi metonimica (vu cumprà) oppure hanno un valore privativo, nel senso che si basano sull'identificazione di un individuo (o di un gruppo di individui) sulla base delle connotazioni negative, in termini di diritto innazitutto, che noi gli riconosciamo: 'extra-comunitari', 'clandestini' etc.
La parola 'zingaro' invece è diversa. Non a caso chi frequanta i campi o i Rom sa che spesso tra di loro, la usano, sia pur con un accezione 'particolare' che fa comunque oramai riferimento alla negatività assunta nella nostra lingua.
E' comunque un termine 'storico': zingari=zigani=gitani_gipsy etc. etc. Ed è il termine che deriva direttamente dai vocaboli (per l'italia Zingani) usati nelle cronache contemporanee per identificare il popolo Rom al momento della loro prima comparsa in Europa occidentale (in Italia prime attestazioni Bologna XV sec; per Firenze, vedi anche statuti e bandi medicei XVI sec).
Detto questo, considerato l'uso distorto e dispregiativo che si fa oramai correntemente del termine 'zingari' riteniamo asolutamente giusto metterlo al bando, alla stregua degli altri. Sia pur per un eccesso di precauzione, di questi tempi però quanto mai auspicabile.
Domenico Guarino
Chiara Brilli
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