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Forum: Dibattito sulla censura

6 luglio 2008

Utile a sapersi

La denunzia del procuratore Fera contro Ruta per stampa clandestina si aggiunge ad una querela per diffamazione contro lo storico e gionalista ibleo per episodi di malagiustizia della Procura di Ragusa.

Per meglio inquadrare la vicenda giudiziaria di Carlo Ruta, condannato dal Tribunale di Modica in applicazione di una legge del 1948 con la quale si sarebbe voluto prevenire l'insorgere di episodi di carboneria di ottocentesca memoria ma che, nel caso, più unico che raro, del giornalista e storico ibleo ha finito col colpire una libera e solare voce di libertà contro i poteri forti che opprimono la terra di Sicilia, sarà bene ricordare che a tanto si è arrivati di seguito all'iniziativa assunta dall'attuale Procuratore della Repubblica di Ragusa, dott. Agostino Fera nel contesto di una sua querela per diffamazione contro lo scrittore e non perchè, svegliatosi un giorno di buon mattino, abbia improvvisamente scoperto l'esistenza in Intenet, tra i tanti milioni di altri organi di informazione "irregolari", anche quello del suo "diffamatore". Il che, a me sembra, sta a testimoniare l'intento del denunziante di calcare la mano contro l'indomito Ruta. Sarà inoltre utile sapere che il dott. Fera è lo stesso giudice che recentemente è stato denunziato per falsa testimonianza reiterata. La denunzia, abbastanza circostanziata, è contenuta in una dettagliatissima e corposa (oltre 100 pagine) istanza, rivolta alla Procura Generale di Catania, di riapertura e avocazione dell'inchiesta sul delitto Tumino del 1972, cui Carlo Ruta ha dedicato, tra i tanti suoi scritti, anche un libro, edito nel 2005, intitolato "Morte a Ragusa", non certamente elogiativo delle attività investigative degli organi ufficiali dell'epoca.

Ignazio Andolina (ignazio.andolina@tin.it)

 

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