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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

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Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

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La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Uno sfoggio di ignoranza xenofoba spiegato al suo autore

Lettera al mio amico grillino, "razzista a sua insaputa"

Se l'immigrazione è un problema, il pregiudizio grossolano non è la soluzione
25 luglio 2014 - Carlo Gubitosa

Screenshot da Facebook

Caro Vittorio Bertola, quando ho pubblicato questa immagine sul mio profilo Facebook, descrivendola come uno "sfoggio di ignoranza xenofoba", mi hai risposto dicendomi "sai che non ti capisco?". E il problema è proprio quello: che non capisci me, non capisci l'indignazione di chi ha commentato la tua uscita poco felice, non capisci i rischi che corre il Paese se si soffia sul fuoco dei conflitti sociali anziché risolverli. 

A Torino, dove fai il consigliere comunale pentastellato, non capire queste cose è doppiamente grave, e ti fa diventare "razzista a tua insaputa" visto che tra i tuoi concittadini ci sono anche quelli che hanno bruciato i campi rom di Continassa solo perché una italianissima adolescente si era inventata la bufala dello "stupro dei Rom" solo per giustificare agli occhi della sua famiglia il suo primo rapporto sessuale.
 
E aver ritrattato tutto il giorno dopo non è bastato a fermare la folla inferocita, che si è scagliata sui mostri di turno quando la bufala era già ampiamente documentata. All'epoca hai dato la colpa di tutto alla "stampa cattiva", ma non mi risultano da parte tua o del tuo partito prese di posizione altrettanto nette contro i comportamenti criminali e razzisti di chi ha materialmente realizzato le spedizioni punitive nei campi Rom.
 
Tuttavia ti riconosco la qualità dell'apertura e della disponibilità all'ascolto, pur considerandoti palesemente incompetente in materia di immigrazione, integrazione, diritti umani degli stranieri e gestione costruttiva dei conflitti sociali. Il mio giudizio non e' gratuito, ma nasce da questa ed altre uscite del tuo recente passato politico, come la tua astensione dalla votazione in cui si e' riconosciuta una residenza fittizia ai richiedenti asilo e ai rifugiati politici per agevolarli nell'esercizio delle prerogative che gli vengono riconosciute dal diritto internazionale.
 
E quindi, visto che dici di non capirmi ma sembri disposto ad ascoltarmi, mi prendo la briga di spiegarti ciò che ignori e fatichi a comprendere, analizzando il tuo discorso per mostrarti che a mio modesto avviso sei stato "razzista a tua insaputa", e hai alimentato, pur senza intenzione di far male a nessuno, quella cultura xenofoba e quell'odio sociale che per alcuni rendono sacrosanto andare con le torce a bruciare le case altrui.
 
Parto dal tuo incipit: "i clandestini". è una parola intrisa di pregiudizio xenofobo, che getta un'aura di delinquenza anche su chi ha soltanto la colpa di non avere i documenti giusti, o di non averli addosso, o di non aver fatto in tempo a rinnovarli per colpa della nostra burocrazia.
 
Spero che tu e il tuo partito non siate così ignoranti (o così sganciati dalla società civile che volevate rappresentare) al punto da ignorare che c'è stata una campagna nazionale per mettere al bando l'uso di questa parola sui media, e di fatto agenzie di stampa come Ansa, Adnkronos e Redattore Sociale hanno accettato l'invito alla proprietà di linguaggio, impegnandosi a scegliere a seconda dei casi se è meglio parlare di irregolari, di richiedenti asilo, di vittime della tratta o semplicemente di migranti. 
 

"Tipicamente in Italia da molti anni e con una fedina penale lunga così"

 
Dai per scontato che nei CIE ci siano solo delinquenti abituali che insistono a voler rimanere in Italia, ma purtroppo non esistono statistiche ufficiali su questo fenomeno. Le tue parole dipingono indistintamente gli immigrati irregolari come una massa di criminali incalliti, ma la vernice che usi per dipingere è quella dello stereotipo, del luogo comune, del sentito dire, del pregiudizio.
 
Per passare dal pre-giudizio a giudizi e valutazioni più serie rispetto ai dati di realtà, ti suggerisco di attingere ad analisi approfondite provenienti da fonti autorevoli. Già nel 2008, tre ricercatori della Banca d'Italia hanno confutato l'equazione "più immigrazione = più criminalità", mettendo a confronto l'aumento singificativo dei permessi di soggiorno concessi ai migranti con un andamento dei crimini pressoché costante.
 immigrati e crimini in Italia
 
Considera anche il fatto che nei lager di stato chiamati CIE possono essere recluse anche persone che non hanno rubato un centesimo né fatto male ad una mosca, per il semplice fatto di non avere tutte le carte in regola. Immagina come sarebbe un'Italia dove si arrestano tutti quelli che hanno la carta d'identità scaduta e chiediti come mai il tuo partito ha disertato la votazione decisiva per l'abolizione del reato di clandestinità, che pure gli era stata chiesta a larga maggioranza dalla "Rete".
 

"Con il telefonino e la scheda telefonica che gli paghiamo noi"

 
Questo è falso: gli immigrati si pagano da soli i servizi sociali, le cure mediche e perfino i costi legati alla loro carcerazione, se è vero come è vero che producono un gettito fiscale pari a 13,3 miliardi di euro tra tasse, contributi previdenziali e costo dei permessi di soggiorno, mentre per i servizi che eroga lo stato si spendono soltanto 11,9 miliardi. E quando scopri che una categoria di persone aumenta la ricchezza del tuo paese di un miliardo e 400 milioni di euro, la spesa per consentire ai detenuti di quella categoria di telefonare ad avvocati, amici, familiari e associazioni di supporto ai migranti ti sembra più giustificata.
 
I numeri che ho citato provengono dal "Dossier statistico immigrazione", pubblicato annualmente dal 1991, nato come iniziativa della Caritas Italiana che ha dato vita al centro studi IDOS. A partire dal 2013 il dossier è stato ufficialmente "adottato" dalle istituzioni Italiane attraverso l'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) che opera nell'ambito del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del consiglio dei Ministri.
 
Che gli immigrati riempiano le casse dello stato per poi sentirsi chiamare ladri e parassiti da illuminati cittadini come te non e' un fatto nuovo: qui c'e' un disegnino elaborato a suo tempo per la rivista Mamma! relativo ai dati pubblicati nell'edizione 2010 del "Dossier Immigrazione". Gia' da allora ogni anno ci entrava in tasca un bel miliardone di euro, ma forse tu eri troppo occupato a denunciare gli sprechi della casta per accorgerti di chi metteva in cassa il denaro da sprecare.
 
Elaborazione grafica dalla XX edizione del "Dossier Immigrazione" (2010)
 

"Chiamano il centro sociale più vicino. il centro sociale si mette d'accordo per organizzare un diversivo e lanciare dentro il CIE, scavalcando il muro, il materiale per incendiare lo stesso; i clandestini incendiano un pezzo di CIE; il pezzo di CIE rimane inagibile, perché non ci sono i fondi per ripararlo e comunque è inutile ripararlo perché verrebbe bruciato di nuovo; politici e giornalisti di sinistra protestano perché i CIE sono tutti bruciati e le condizioni di vita dei clandestini sono degradate, dunque bisogna liberarli".

 
Qui siamo al delirio complottista che provo a esplicitare: i centri sociali vogliono far rischiare la vita ai migranti pur di attaccare razzisti e destrorsi, i migranti non fanno incendi per ribellarsi alle loro condizioni di detenzione, ma perché vogliono sostenere il complotto politico dei centri sociali, e come terzo attore del complotto subentrano "i politici e i giornalisti di sinistra" che raccolgono l'assist fornito dal sodalizio migranti/antagonisti e ne approfittano per attaccare i partiti infestati da xenofobi, razzisti, complottisti e ignoranti.
Va bene tutto, ma ipotizzare che in Italia esistano ancora politici di sinistra capaci di strategie cosi' raffinate è davvero fantapolitica, e basterebbe questo a far crollare tutto il tuo castello di ragionamenti.
 
Almeno per rendere più credibile la tua teoria di complotto avresti potuto sforzarti di sporgere denuncia contro ignoti antagonisti, migranti e giornalisti prima di dare fiato alle trombe su Facebook contro anarchici, stranieri e comunisti come un Borghezio qualunque. Non sarebbe stata una novità: anche la tua collega di partito Tiziana Ciprini, che non avendo di meglio da fare come deputata ha pensato bene di denunciare alla procura di Roma il Bilderberg con un inutile spreco di carte bollate destinato ad archiviazione certa. Un gesto di dubbia efficacia, che dimostra però l'encomiabile sforzo di mantenere coerenza tra il pensiero e l'azione, per quanto discutibile possa essere il pensiero in questione.
 
Tutto ciò premesso, la domanda finale che ti consiglio di porti come politico è la seguente: per vincere la sfida dell'immigrazione basta togliere ai detenuti dei CIE le risorse per telefonare, ridurre al minimo le spese per tenerli in gabbia e rispedirli tutti a casa il prima possibile perché sono tutti criminali incalliti?
 
Qualunque sia la tua risposta a questa domanda, prendi atto che ci sono risposte diverse dalla tua, che io personalmente considero più civili ed elaborate. Per conoscerle ti basta aprire e studiare il "Dossier statistico immigrazione", o almeno leggere le sintesi che trovi sul web.
 
In una di queste sintesi, scoprirai che secondo gli autorevoli esperti del Dossier Immigrazione "La vera riforma del sistema dei rimpatri sarebbe la chiusura dei centri, fermo restando che l'identificazione e l'acquisizione dei titoli di viaggi odegli stranieri pregiudicati potrebbe aver luogo durante la detenzione in carcere. Le ingenti risorse destinate al sistema dei Cie potrebbero essere impiegate per il rafforzamento delle politiche di integrazione degli stranieri e per la valorizzazione del rimpatrio assistito".
 
E sarebbe questa, a mio modesto avviso, la vera politica che raccoglie le sfide del presente e le vince nell'interesse comune. Il resto, comprese le tue dissertazioni sulle telefonate dei detenuti nei lager di stato e sui complotti incendiari, è solo sfoggio di ignoranza xenofoba, sempre a mio modesto avviso.
 
Le alternative ai lager di stato ci sono, ma per conoscerle bisogna studiare e guardare in alto, senno' ostinandosi a volare basso per parlare all'altezza della "pancia" del paese, si finisce per ritrovarsi a condividerne i rigurgiti e le flatulenze. Usa la testa, ti conosco e so che non e' vuota. Riempila di strumenti per capire la realta', sono piu' utili dei pregiudizi per banalizzarla. 
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