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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Verso le Elezioni Europee

L'ennesima armata Brancaleone e la sinistra che vorrei

Pensieri a voce alta sull'architettura politica della lista Tsipras
10 marzo 2014 - Carlo Gubitosa

Immagine di Bartolomeo Vanzetti

Personalmente non ho nulla contro Barbara Spinelli e le altre candidature "senior" nella lista Tsipras. Ma sul piano collettivo ho piu' di qualcosa contro una sinistra che non capisce nulla dai suoi errori, non sa "copiare" le cose buone degli altri e si vende per quello che non e'. Non mi sembrano mosse molto strategiche dire che "i partiti saranno fuori dalla lista di sinistra" per poi farsi infiltrare da dirigenti di Sel e Prc, o dire che ci ispiriamo a un leader della generazione no-global per poi bruciare come candidati di punta degli "under 70" talmente autorevoli, preparati e "navigati" da essere piu' utili con un contributo intellettuale esterno anziche' inchiodarsi ad uno scranno. Ve lo immaginate Moni Ovadia a pigiare bottoni come mestiere? Se invece il suo ed altri nomi autorevoli sono soltanto degli "acchiappavoti" che poi cederanno il passo ad altri vorrei capire in cosa questa strategia si differenzia da quella adottata da Berlusconi, che alle europee ha sempre preso voti per lui per poi distribuirli ad altri. 
 
Grillo ci ha insegnato che nella politica della sintesi e nell'era delle reti come nomi di richiamo ne basta uno, e il resto puo' essere anche gente sconosciuta a cui si da' fiducia. Renzi ci ha insegnato che il dato generazionale ha la sua importanza. Berlusconi ci ha insegnato che vendere sogni e' importante. Bossi ci ha insegnato che aggregare una comunita' attorno a un senso di appartenenza e' fondamentale.
 
E io di fronte a tutti questi furbacchioni che applicano con successo le loro ricette resto a bocca asciutta di fronte all'ennesima armata brancaleone che non ha imparato nulla nemmeno dal flop di Rivoluzione civile, e rimango in attesa di una aggregazione politica dove si possano costruire candidature a partire dai territori e non a partire dai vertici; dove si possano dire e fare cose si sinistra (aumentare le tasse a chi guadagna piu' di un milione di euro all'anno, tassare le attivita' finanziarie di pochi e le grandi famiglie del capitalismo prima di aggiungere tasse sui consumi di tutti, legalizzare il fumo di cannabis per dare alternative a chi vuole liberarsi dal fumo siderurgico, dare a tutti quelli che vogliono sposarsi il diritto di farlo indipendentemente dall'orientamento sessuale, dire che chi nasce in Italia e' italiano se i suoi genitori ci vivono e ci lavorano da almeno due anni); dove non si abbassano le proposte al livello della "pancia degli italiani" (che e' da sempre troppo vicina ad altre parti del corpo meno nobili) per ricominciare a parlare al cuore e alla testa; dove si scelga di valorizzare anche le competenze della mia generazione under 40, dei giovanissimi e di gente sconosciuta ai piu', aggiungendo all'esperienza dei "professionisti della politica" anche le conoscenze di persone che fino a ieri facevano cose diverse dalle campagne elettorali facendosi apprezzare nel loro ambito di azione; dove si chiedono voti a chi sogna di costruire una nuova sinistra che non ha nulla a che spartire con le magagne, i compromessi e le intercettazioni telefoniche che hanno tolto credibilita', carisma e slancio a quella vecchia; dove si crea una comunita' che trova identita' e appartenenza nelle lotte popolari e nei loro simboli: nelle bandiere NoTav, NoPonte e arcobaleno, nell'antirazzismo come orizzonte per costruire il futuro, nelle lotte ambientaliste contro inceneritori, ecomafie e industrie pesanti, nelle bandiere pirata che liberano la condivisione di cultura senza scopo di lucro, nei simboli dell'antimafia e nelle mille iniziative che continuano a dare senso pieno a quei simboli, nei santini di San Precario, nelle lotte per il diritto alla casa e all'istruzione, nella scuola di Don Milani e Mario Lodi. Una comunita' culturale dove si guardano tutte queste cose con gli occhi nuovi dei ragazzi che scoprono per la prima volta tutto questo, si indignano e si incazzano quando necessario, e non con gli occhi stanchi di chi vorrebbe riprovare oggi a vincere le battaglie di ieri mentre nel frattempo sono cambiati il campo di battaglia, gli strumenti di lotta, le battaglie da sostenere e il contesto sociale che produce confllitto.
 
Se chiedo troppo non lo so, so solo che io chiedo questo e niente di meno, perche' so che tutto questo sarebbe fattibile se solo ce ne fosse l'intenzione chiara. In Europa piu' di qualcuno ha dimostrato che un'altra sinistra e' possibile, e non vedo perche' in Italia ci si debba sempre avvitare sulle solite formule con un inutile accanimento terapeutico.
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