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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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Guerra, razzismo, P2 e marchette: un atto d’accusa ai giornalisti VIP

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Se siete a caccia di pennivendoli famosi con le mani sporche di guerra, marchette, p2 e razzismo anziche' di inchiostro, questo e' il libro che fa per voi. Il consiglio e' disinteressato: io non ci guadagno niente sul venduto perche' mi pagano a forfait, lo dico per quelli che hanno problemi di schiena a tenere in mano un pesante tomo di Travaglio e vogliono qualcosa di piu' agile da leggere in bagno.
12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Responsabilita' dei giornalisti

Vi ringrazio, ma preferisco la galera.

Una riforma al contrario, che premia gli imbroglioni salvandoli dal carcere e minaccia gli onesti con multe da capogiro: chi avra' abbastanza soldi potra' comprarsi una "licenza di diffamare", chi fa inchieste indipendenti sara' sempre sotto minaccia.
26 ottobre 2012 - Carlo Gubitosa

Mamma! fa il giro del mondo ed entra nell'olimpo dei marchi universalmente riconosciuti.

- Premessa: il caso Sallusti, che ha spinto il Parlamento ad attivarsi per riformare la legge sulla responsabilita' dei giornalisti, non riguarda un reato di opinione, ma la pubblicazione intenzionale e consapevole di notizie palesemente false e diffamatorie, il rifiuto di ogni azione riparatoria o risarcitoria a cominciare dalle semplici scuse, il rifiuto di accettare le proposte di conciliazione della controparte, il rifiuto di essere affidato ai servizi sociali, la caparbia determinazione di fare sempre e comunque i propri comodi senza rispondere di niente anche a costo di andare in galera. Ma anche con tutto questo impegno la pena per il "povero" Sallusti e' comunque stata sospesa.
 
- Per questo caso si sono stracciate le vesti tante anime belle, utili idioti che hanno urlato #freesallusti senza capire davvero qual'era la posta in gioco: il rischio di trasformare in un lusso per ricchi quello che fino a ieri era un reato penale per tutti.
 
- Da ingegnere e da giornalista non ho problemi ad accettare la responsabilita' penale e civile delle mie professioni. Le svolgero' al meglio e secondo coscienza (a differenza di Sallusti) e mi assumero' le conseguenze delle mie azioni come e' tenuto ad assumerle anche il medico, l'avvocato e ogni altro professionista che puo' causare gravi danni se esercita male il suo mestiere.
 
- Ho problemi pero' ad accettare come rischio professionale per eventuali errori in buona fede quella multa da 5 a 100 mila euro di cui sta discutendo il Parlamento in questi giorni, con Rutelli che blatera sui "discount della diffamazione", e ha la faccia tosta di affermare che 50 mila euro di multa sono troppo pochi (forse lo sono per lui, che magari fa spese al discount da 50 mila euro, o e' troppo abituato ad attingere a prosperose casse di partito riempite con le mie tasse e gestite da chiacchieratissimi tesorieri, in sfregio a qualunque indicazione referendaria del popolo sovrano).
 
- Ho problemi con una legge che puo' colpire con multe di questo tenore non solo i diffamatori di professione, ma anche chi fa inchieste oneste e cade vittima di una lite temeraria o di un giudice compiacente. Nel mio caso (giornalista freelance senza soldi, senza potere e senza grandi gruppi editoriali alle spalle) questa forbice di valori lascia al giudice la discrezionalita' di decidere tra una sanzione pecuniaria (5 mila euro posso anche racimolarli faticando un po') e il mio totale tracollo economico, finanziario e professionale (con centomila euro di debiti sul collo sarei rovinato, e di certo non mi metterei a scrivere articoli coraggiosi che potrebbero costarmi un'altra denuncia. Quindi quella multa per me significherebbe perdere tutto: non solo i miei averi, ma anche la possibilita' di lavorare, con buona pace del principio di proporzionalita' tra il reato commesso e la pena subita).
 
- Ma se ho problemi di fronte a chi mi chiede di assumermi le mie responsabilita' presentandomi un conto salatissimo, non ho problemi ad andare in galera per rispondere di cio' che scrivo. L'esperienza del carcere mi avvicinera' a persone che stimo tantissimo, come Enzo Tortora, Danilo Dolci, Aldo Capitini, Martin Luther King, Nelson Mandela e Gandhi. e quindi per me non sara' una macchia di infamia. So bene che in galera si vive malissimo, ma sara' comunque per un tempo limitato e potrei approfittarne per scriverci sopra un libro.
 
- Se la galera per i giornalisti vi scandalizza e vi sembrano eccessive e illiberali le pene attualmente previste per i diffamatori, magari riducetele, ma per me non c'e' nessun problema ad andare in galera per qualche mese o anche per un anno se faccio male il mio mestiere dicendo cose false per gettare fango sugli altri (e in quel caso me lo merito) o se qualcuno riesce nell'impresa di imbavagliarmi con una azione legale (e in quel caso almeno non andro' in rovina, e potro' comunque continuare a scrivere senza paura anche in gattabuia, perdendo la liberta' di movimento per un po' di tempo ma lasciando intatta la mia liberta' di espressione e di coscienza).
 
- Per questa ragione, cari parlamentari, intellettuali, benpensanti e anime belle che state benedicendo questa legge solo perche' non manda in galera nessuno, vi comunico che io e tanta altra gente onesta che firma con orgoglio i propri articoli non vi abbiamo mai chiesto di evitare la galera "a prescindere", solo per lasciare liberi altri di scrivere porcherie se hanno abbastanza soldi per pagarsele.
 
- Visto che vi piace tanto la liberta' di espressione, al punto che spesso la confondete con l'impunita' per chi calpesta la dignita' altrui, vi chiedo di lasciarmi la liberta' di scegliere tra la galera e la bancarotta se saro' chiamato a rispondere dei miei scritti. Non ne facciamo tutti una questione di soldi, sapete? Per molti scrivere e' anche una questione di liberta' e di dignita', e quando si ha la coscienza a posto, queste due grandi ricchezze te le porti appresso anche dietro le sbarre, anche se hai la sfortuna di essere colpito dalle querele di un potente a cui hai dato fastidio. 
 
- Se poi volete introdurre un criterio di proporzionalita' che leghi l'importo delle multe al reddito del giornalista, o al capitale sociale dell'azienda in questione, questo non potra' che fare onore alla vostra intelligenza.
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