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La mia terra la difendo

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Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

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La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Media e Razzismo

La Lega e' meglio del cinquestelle? Non esageriamo!

La mia replica ad un articolo di Daniele Sensi sull'Espresso On-Line
5 giugno 2012 - Carlo Gubitosa

Articolo dell'Espresso On-Line

Stimolato alla riflessione dall'articolo di Daniele Sensi intitolato "Il Movimento 5 Stelle peggio della Lega Nord", ho provato a rispondere come segue:

Gentile signor Sensi,

premetto che non mi considero un "seguace grillino", non ho mai avuto tessere di partito e non mi piace essere inquadrato in una tifoseria. Sono un cittadino che cerca di pensare con la sua testa cercando di non essere un semplice spettatore nella storia del mio tempo. Qui a Bologna partecipo a varie iniziative di cittadinanza attiva, tra cui quelle organizzate dal M5*, che mi ha aiutato ad informarmi come cittadino su questioni come i progetti di privatizzazione degli asili nido che una volta erano il vanto della scuola pubblica italiana, le grandi opere inutili fatte con soldi regionali che potrebbero essere destinati ai terremotati, gli sprechi grandi e piccoli delle istituzioni pubbliche. Cose su cui il PD e la Lega a livello cittadino non si sono poi "spesi tantissimo", per usare un eufemismo. 

Quella che porgo e' una prospettiva a livello locale, che non si basa sulla lettura dei documenti ufficiali, ma sulla mia esperienza diretta. Qui a Bologna c'era una consigliera di quartiere di nazionalita' romena eletta con il M5*, una persona seria e preparata che ha fatto un ottimo lavoro nel suo quartiere, ma poi ha rassegnato le sue dimissioni dopo che la questione dello "Ius Soli" e della cittadinanza agli immigrati e' stata ufficialmente derubricata come "non prioritaria", non solo dal M5* ma anche da molti attivisti locali del movimento.

Quindi, a mio giudizio, il problema non e' che Grillo o il M5* chiudono le porte in faccia agli stranieri: l'esperienza di Bologna dimostra il contrario, e cioe' che anche persone straniere possono essere non solo accolte, ma anche investite di responsabilita' istituzionali all'interno del movimento, dove nei fatti si valuta solo la  competenza e le motivazioni degli attivisti, e non il loro passaporto.

Il problema vero, a mio avviso (fermo restando che le regole di accesso possono essere sicuramente riviste in senso piu' inclusivo, e su questo concordo con te) non e' il fatto che il M5* avrebbe impedito alla consigliera Romena di entrare (cosa non vera), ma quello che poi l'ha spinta ad uscirne. Il problema non e' la cultura razzista che io non ho mai riscontrato frequentando le iniziative bolognesi del M5*, ma l'assenza di una forte cultura dell'integrazione, la cui conseguenza e' che all'interno del movimento non esiste una proposta chiara sul tema dell'immigrazione, che sembra percepita come una questione secondaria e marginale, mentre ci sono proposte chiare sulle questioni dell'energia, dei beni comuni, dell'accesso alla rete. 

E questa assenza di una proposta chiara da' spazio a posizioni che variano da quella apertissima e civile assunta a Bologna dai consiglieri comunali (sostegno ufficiale alla campagna "l'Italia sono anch'io") a quella piu' discutibile assunta dal candidato sindaco di Legnano del M5* (sgombero dei campi Rom inserito nel programma con cui si e' presentato alle elezioni). 

Se vogliamo osservare questa realta' cosi' complessa e variegata per depurarla dai suoi errori si potra' sicuramente ragionare "dall'interno" su regole poco inclusive che non aiutano la forma (anche se poi nella sostanza vengono ignorate giudicando le persone per quel che sono e che fanno).

Pero' credo che "dall'esterno" il giornalismo che vuole ragionare seriamente su questo movimento dovrebbe evitare le semplificazioni eccessive, le generalizzazioni e le facili etichettature, che sono ancora meno utili, se non addirittura dannose. E se le regole sono perfettibili, le approssimazioni semplicistiche sono praticamente impossibili da migliorare: o vengono sostituite con analisi approfondite o rischiano di fare danni esasperando il conflitto politico piu' del necessario.

Finora la Lega e' stata accettata come legittimo interlocutore politico perfino da tanta sinistra illuminata (D'Alema la defini' "una costola della sinistra" ai tempi del "celodurismo") pur avendo chiare finalita' secessioniste (e quindi eversive) all'interno del suo statuto. Il PD continua ad autoproclamarsi democratico pur avendo trasformato in regola il ricorso alle eccezioni per aggirare i vincoli statutari che renderebbero incandicabili persone che hanno gia' piu' di tre mandati parlamentari. Nel caso leghista lo statuto e' inaccettabile e non semplicemente "migliorabile", nel caso del PD lo statuto e' semplicemente ignorato.

Ho gia' detto che nel M5* ho riscontrato le posizioni piu' varie sui temi dell'immigrazione, e credo che questo valga a maggior ragione anche per la Lega e perfino per il centrosinistra, che ha partorito mostri giuridici come la legge Turco-Napolitano che ha istituito quei lager di stato chiamati CPT. E sinceramente, preferisco un ambiente dove la cultura dell'integrazione deve ancora formarsi rispetto ad un ambiente che ha gia' una cultura consolidata in base alla quale la Turco-Napolitano e' stata una legge democratica, antirazzista e rispettosa dei diritti umani (o almeno cosi' si vuol far credere). Nel primo caso c'e' ancora spazio per crescere e riflettere su questo tema cruciale, nel secondo c'e' una chiara responsabilita' politica con cui  non si e' mai voluto fare i conti.

Per questa ragione, credo che una analisi politica approfondita, che non si fermi a facili slogan a effetto del tipo "cinque stelle peggio della lega" (efficaci per i titoli ma poco utili alla comprensione profonda di un fenomeno) debba tenere conto delle politiche concrete di un movimento, e non solo della lettera del suo statuto, che e' un elemento importante di discussione ma non l'unico. La lega ha uno statuto eversivo che al punto 1 stabilisce come finalita' "il conseguimento dell’indipendenza della Padania (...) e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana" e in aggiunta a questo sostiene apertamente politiche razziste anche ad alti livelli (basti pensare che il nuovo segretario nazionale e' un tale Matteo Salvini, quello che voleva introdurre il segregazionismo nella metropolitana riservando alcune carrozze agli italiani DOC).

Basarsi sulla semplice lettura degli statuti per dire che e' un partito piu' tollerante, democratico e rispettoso dei diritti umani del M5* mi sembra una forzatura davvero eccessiva, ma anche se ci basiamo sugli statuti mi sembra veramente difficile dire che un movimento statutariamente eversivo e' meglio del movimento promosso da Grillo.

Detto questo, dopo aver letto i commenti al suo articolo, l'onesta' intellettuale che cerco di praticare nei miei ragionamenti mi obbliga a prendere le distanze da un modo di fare che non mi appartiene, e che purtroppo ho riscontrato in molti dei commenti che la criticano: far finire i discorsi in burletta, insultare l'interlocutore senza scendere nel merito e senza fornire argomentazioni, rifiutare le critiche a prescindere sentendosi sempre e comunque nel giusto sono cose di cui ci siamo gia' stufati con il berlusconismo e che fanno male a qualunque movimento di cittadini onesti.

Chi aderisce a queste pratiche, anche con la migliore delle intenzioni non puo' illudersi di essere piu' civile, piu' intellettualmente onesto o piu' evoluto di altri solo perche' proclama la sua adesione ad un determinato movimento. Le cinque stelle non sono una licenza per essere stupidi, verbalmente violenti e scorretti nel confronto delle idee.

Purtroppo pero' ogni giornalismo ha il feedback che si merita, e una analisi superficiale produrra' inevitabilmente un dibattito superficiale.

Cordiali Saluti

Carlo Gubitosa

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